giovedì 30 agosto 2012

Dialogo interreligioso

Parlando di dialogo non possiamo dimenticare gli sforzi per riavvicinare le religioni e, tra questi sforzi, non possiamo dimenticare il gesto profetico di Giovanni Paolo II che, il 27 ottobre 1986, chiamò ad Assisi i principali esponenti delle religioni per pregare insieme per la pace. Un gesto rinnovato nel 2011, a 25 anni di distanza, da Benedetto XVI che ha voluto celebrare quell’evento che è ricordato anche come “Spirito di Assisi”.
Il cardinal Roger Etchegaray parlando di quell’evento ricorda come: non avevamo dietro di noi alcuna referenza storica, davanti a noi alcun punto di riferimento. Come dicono gli esegeti, l'incontro è stato una sorta di «hapax» e lo resterà senza dubbio, unico nella sua originalità ed esemplarità. L'angoscia della pace tra gli uomini e tra i popoli ci spingeva « ad essere insieme per pregare ma non a pregare insieme » secondo l'espressione del Papa, la cui iniziativa, malgrado la sua preoccupazione di evitare ogni parvenza di sincretismo, non fu allora compresa da taluni che temevano di vedere diluirsi la loro specificità cristiana”.
La Chiesa cattolica ha fatto molti passi, a partire dal Concilio Vaticano II, nel dialogo interreligioso. Piero Gheddo, missionario del Pime, ritiene che “fra i 16 documenti del Concilio Vaticano II quello che più ha rivoluzionato la missione alle genti non è stato, come si potrebbe immaginare, l’Ad Gentes , ma la Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane ('Nostra Aetate'), il testo più breve (cinque soli numeri), che ha capovolto la mentalità e le prospettive delle giovani Chiese e dei missionari.(…) Nella tradizione missionaria le religioni erano viste come nemiche di Cristo, oggi sono viste come preparazione a Cristo, quasi un 'Antico Testamento' in attesa del Nuovo. (…) Oggi tra i fedeli cattolici e di altre religioni si pratica «il dialogo della vita», come lo definiva Giovanni Paolo II: non il «dialogo teologico» come si immaginava al tempo del Concilio (rifiutato perché visto come tentativo di 'proselitismo'), ma la vita assieme, collaborando per il bene pubblico e la salvaguardia della pace, della giustizia, dell’aiuto ai poveri e della libertà religiosa per tutti”.

Vedi anche:
http://it.wikipedia.org/wiki/Dialogo_interreligioso
http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Religioni/IS...
http://www.ufficioircivrea.it/mylim/lim/?page_id=1102
Religioni del mondo in sintesi
SETTE e NUOVE RELIGIONI: IL SITO WEB: www.cesnur.org
Il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), fondato in Italia nel 1988 da un gruppo di accademici e studiosi di scienze religiose europei e americani interessati allo studio delle minoranze religiose e spirituali di qualunque genere e tipo e alla costruzione di "mappe" delle appartenenze religiose in tutti i paesi del mondo, è attualmente presieduto dal professor Luigi Berzano, ordinario di Sociologia generale presso l’Università di Torino, e diretto dal professor Massimo Introvigne, autore di oltre sessanta volumi in tema di minoranze religiose e noto specialista del settore. Il Comitato Scientifico che dà impulso alle sue iniziative comprende, con altri, la professoressa Eileen Barker, ordinario di Sociologia presso la London School of Economics, il dottor J. Gordon Melton, presidente dell’Institute for the Study of American Religion di Santa Barbara (California), il professor Jean-François Mayer, docente di Storia delle religioni presso l’Università di Friburgo (Svizzera).
Ha scritto Giovanni Paolo II nel suo messaggio all'incontro di Lisbona del settembre 2000:
"il dialogo non ignora le reali differenze, ma neppure cancella la comune condizione di pellegrini verso nuove terre e nuovi cieli. E il dialogo invita tutti altresì a irrobustire quell'amicizia che non separa e non confonde. Dobbiamo tutti essere più audaci in questo cammino, perché g1i uomini e le donne di questo nostro mondo, a qualsiasi popolo e credenza appartengano, possano scoprirsi figli dell'unico Dio e fratelli e sorelle tra loro."
Dall'appello finale dell'Incontro "La pace è il nome di Dio",
Roma 10 ottobre 1996, decennale di Assisi
"Di fronte alle guerre che in questo periodo hanno travagliato il mondo, abbiamo posto la nostra prima fiducia nella preghiera. Dio ascolta le invocazioni, piega i cuori dei violenti, dona la saggezza e la giustizia, conforta i cercatori di pace. Abbiamo fatto memoria delle vittime dei conflitti e delle ferite ancora aperte. Solennemente ripetiamo l'invito alla pace. Le religioni non spingono all'odio e alla guerra, non giustificano lo spargimento del sangue innocente. Le religioni non vogliono la guerra ma la pace! Non c'è santità nella guerra. Solo la pace è santa! (…) Convinti che le religioni hanno una grande responsabilità nel predicare il perdono ci rivolgiamo a tutti coloro che uccidono o fanno la guerra in nome di Dio. Ricordiamo loro che la pace è un nome di Dio. Parlare di guerra di religione è un'assurdità. Nessun odio, nessun conflitto trovi nella religione un incentivo.

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