giovedì 31 gennaio 2013

Dio, Padre e Madre, onnipotente nell’amore...


Dio padre e madre?

(Gianfranco Ravasi, Questioni di fede, Mondadori, 2010)

Giovanni Paolo I disse che Dio è madre. Le femministe americane cancellano dalla Bibbia le forme "maschiliste". D'altra parte la Bibbia forse non è così radicale nella supremazia maschile, e Giovanni Paolo II ha parlato di "reciprocità e complementarità" dei sessi, partendo proprio dalle Sacre Scritture. Perché, allora, temere di dire che Dio è papà e mamma? Accanto a un'ottantina di immagini maschili di Dio offerte dalla Bibbia, troviamo almeno una ventina di rappresentazioni femminili. Ecco solo due esempi dal libro di Isaia: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai" (49, 15); "Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò" (66, 13). Ripetutamente nell'Antico Testamento sono attribuite a Dio "viscere materne" (rahamim), segno di amore spontaneo, istintivo, assoluto.

mercoledì 30 gennaio 2013

FEDE e MUSICA

 Cantautori. A tu per tu con Dio

di Roberto Vecchioni, Avvenire 2.1.11

Una cavalcata attraverso l’ispirazione delle voci italiane mostra come il rapporto con l’Eterno sia spesso stato un nodo cruciale dell’elaborazione poetica contemporanea e della cultura popolare.

Nella grande musica (dalla polifonia medioevale all’Ottocento), Dio è stato celebrato con afflati e trasporti spirituali che sfiorano il sublime (si pensi a Monteverdi, a Palestrina, ad alcune insuperate romanze) ma ne è venuto fuori sempre un Dio astratto, lontano, temuto e adorato, incapace di interagire col mondo, alto e inaccessibile. (…) Il Dio dei cantautori non è immenso, non è irraggiungibile, al contrario è un Dio con cui si parla, si litiga, si chiede perdono a tu per tu. Un Dio che arriva nella canzone d’autore coi grandi autori di fine anni ’60, primi ’70: De André, Guccini, Gaber. Nel ’65 Guccini scrive Dio è morto. Nello stesso anno, con tutt’altro piglio, Celentano interpreta Pregherò , che si può dire il perfetto opposto del buio gucciniano. Pregherò è una canzone immediata, facile e anche furba di fede. «Non puoi odiare Dio perché non puoi vederlo, ma c’è». (…) L’escamotage religioso di Celentano è elementare: io con il mio amore ti farò vedere Dio. Differente anni luce è l’impatto di Guccini con Dio è morto: in lui Dio è metafora del dolore immenso che sconquassa il mondo, della perdita dei valori, delle guerre, della fame, della miseria... Non è quindi Dio in sé ad essere morto, bensì la società tutta che confonde il male con il bene, non conosce più limiti, non ha più nessuna pietà.

martedì 29 gennaio 2013

FEDE e CALCIO: gli atleti di Cristo e il libro di Cavani


Libri, Cavani, "Quello che ho nel cuore - Vita, calcio e fede

"Considero un privilegio poter utilizzare la mia popolarità di calciatore per testimoniare della mia fede pubblicamente e con notevole risonanza mediatica".

Edinson Cavani, 24enne bomber del Napoli delle meraviglie, protagonista assoluto di una stagione esaltante e straordinaria per gol e prodezze, non nasconde le ragioni della sua maturazione personale e professionale.

Il mio segreto? Credere in Dio come guida della mia vita. Lui è la mia fede e la mia risorsa". Cavani fa parte da qualche anno del movimento di ispirazione evangelico pentecostale Atleti di Cristo, come Kakà, Nicola Legrottaglie e Felipe Melo, per citare solo alcuni dei calciatori che giocano o hanno giocato nel nostro campionato. Tante voci per un unico messaggio: aprite il cuore e seguite gli insegnamenti di Gesù Cristo, la vostra esistenza cambierà in meglio. L'attaccante uruguaiano lo ripete più volte nelle 86 pagine che danno forma al libro "Quello che ho nel cuore - Vita, calcio e fede",  un'autobiografia che racconta l'uomo prima del giocatore. 

lunedì 28 gennaio 2013

Magia, Paranormale e Spiritismo


Perché anche tra i cattolici c’è chi crede nella magia?
Anche tra quanti si dichiarano cattolici ci sono moltissime persone che leggono gli oroscopi, credono nel malocchio e negli amuleti, addirittura vanno da maghi o fanno sedute spiritiche per evocare i morti. Eppure il catechismo è chiaro su questi argomenti. Perché succedono queste cose? Forse le risposte che dà la chiesa non sono soddisfacenti?
Risponde padre Athos Turchi, docente di filosofia (Toscana Oggi, 8.7.2009)
Intanto distinguiamo due cose: un conto sono tutti quegli atteggiamenti riguardo al mondo dello spirito e del demoniaco; un altro conto è la superstizione tipo oroscopo, corna, gobbi, ferri di cavallo e quant’altro. Il primo atteggiamento la Bibbia lo contempla nell’episodio di Saul che va dalla negromante (I Sam 28,3ss). Anche Gesù ha avuto a che fare con demoni, possessioni demoniache, indemoniati. Infine la Chiesa da sempre proibisce queste pratiche: negromanzia, sedute spiritiche, satanismo, malefici.
Ora è difficile dire che il demonio non esista: Gesù sarebbe molto ridimensionato, oltre a dover risolvere il problema di Vangeli che raccontano fandonie, o storielle a mo’ di genere letterario.
Se poi la Chiesa «proibisce» queste cose, significa che le ritiene vere e reali: nel senso che è possibile evocare morti, è possibile lo spiritismo, è possibile tutto quanto è satanismo e maleficio. Infatti se queste cose fossero false, cioè non-possibili, sarebbe stupido che la Chiesa le proibisse, non avrebbe senso una legge che proibisse alle statue di muoversi dai loro piedistalli.

domenica 27 gennaio 2013

Credo (o almeno credo): c'è chi dice no (ateismo, agnosticismo...)


ATEISMO (a-Teo)
Gli atei sono persone che credono che Dio o gli dèi (o altri esseri soprannaturali) siano costruzioni umane, miti e leggende. L’ateismo, tranne casi isolati nella Grecia classica (IV-III sec. A.C.) nasce durante l’
illuminismo. Nel caso di Gesù Cristo nega la sua divinità.
> ATEISMO PRATICO: vivere “come se” non vi fosse Dio, senza riferirsi ad
alcuna divinità.
> MATERIALISMO: crede che l'unica realtà esistente sia quella visibile, materiale.> TEISMO: credere nella dimensione soprannaturale, in maniera impersonale;
Gesù Cristo è una espressione della divinità presente nel mondo.
> PANTEISMO: credere che Dio sia in tutte le cose (animate o inanimate); Gesù
Cristo è una delle persone o delle cose attraverso cui incontrare la divinità
(impersonale). Non crede che Gesù sia figlio di Dio.
AGNOSTICISMO: agnostico (dal greco a-gnothein non sapere) indica un atteggiamento con cui si sospende il giudizio rispetto a un problema, poiché  non se ne ha (o non se ne può avere) sufficiente conoscenza. In senso stretto è  l'astensione sul problema della realtà del divino e dunque anche della divinità di Gesù Cristo.
Ha affermato Einstein: «Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il  bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Ma non sa come. E non
conosce le lingue in cui sono stati scritti quei libri. Il bambino oscuramente sospetta che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra essere la situazione dell’essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. Noi vediamo l’universo meravigliosamente disposto
e regolato da certe leggi. La nostra mente limitata (tuttavia) è in grado di intuire che una misteriosa forza muove le costellazioni».

sabato 26 gennaio 2013

FEDE: IL CREDO


Il Catechismo della Chiesa Cattolica presenta il Credo con queste affermazioni contenute nei punti 185-197:
Fin dalle origini, la Chiesa apostolica ha espresso e trasmesso la propria fede in formule brevi e normative per tutti. Ma molto presto la Chiesa ha anche voluto riunire l'essenziale della sua fede in compendi organici e articolati, destinati in particolare ai candidati al Battesimo.
« Il simbolo della fede non fu composto secondo opinioni umane, ma consiste nella raccolta dei punti salienti, scelti da tutta la Scrittura, così da dare una dottrina completa della fede. E come il seme della senape racchiude in un granellino molti rami, così questo compendio della fede racchiude tutta la conoscenza della vera pietà contenuta nell'Antico e nel Nuovo Testamento ». (S.Cirillo di Gerusalemme)       
Tali sintesi della fede vengono chiamate «professioni di fede», perché riassumono la fede professata dai cristiani. Vengono chiamate «Credo» a motivo di quella che normalmente ne è la prima parola: «Io credo». Sono anche dette «Simboli della fede». La parola greca Symbolum indicava la metà di un oggetto spezzato (per esempio un sigillo) che veniva presentato come un segno di riconoscimento. Le parti rotte venivano ricomposte per verificare l'identità di chi le portava. Il «Simbolo della fede» è quindi un segno di riconoscimento e di comunione tra i credenti.
Papa Benedetto XVI nel suo viaggio in Germania del 2006 ha detto: ”La Chiesa ci offre una piccolissima “Somma”, nella quale tutto l’essenziale è espresso: è il cosiddetto “Credo degli Apostoli”. Nella sua concezione di fondo, il Credo è composto solo di tre parti principali, e, secondo la sua storia, non è nient’altro che un’amplificazione della formula battesimale, che lo stesso Signore risorto consegnò ai discepoli per tutti i tempi quando disse loro: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19).


CREDO o SIMBOLO degli APOSTOLI

giovedì 24 gennaio 2013

Scienza e fede


Per secoli ci hanno fatto credere che la scienza e la fede sono in contraddizione, che non sono conciliabili. La verità è che la fede e la scienza sono due modi fondamentali per conoscere il mondo: la scienza cerca di capire come funziona il mondo, mentre la fede cerca di capire perchè c'è il mondo.
La scienza ci fa conoscere le leggi che governano l'universo in cui viviamo, mentre la fede cerca di dare una interpretazione all'esperienza umana che chiamiamo vita. Scienza e fede non possono essere in contraddizione perchè cercano risposte in ambiti differenti.
Ragione e fede sono dunque due fonti di conoscenza, non identiche né concorrenti: l'una è l'esercizio della nostra intelligenza, l'altra è l'accoglienza della luce che viene dall'alto nel dono della rivelazione. Queste due fonti non si elidono, ma si incontrano, e questo incontro dell'esodo umano e dell'avvento è il pensiero della fede, che fa suo il bagaglio dell'interrogazione filosofica e lo feconda con la parola ascoltata dalla rivelazione.
 
FIGLI DEL CASO o FIGLI DI DIO ?
Fonte: Antonio Socci, Indagine su Gesù, Rizzoli 2008, p.9-20

mercoledì 23 gennaio 2013

Giovani, oratorio e preghiere

PREGHIERA PER L’ORATORIO 

Gesù buon Pastore,
che sempre guardi con simpatia i bambini e i giovani,
ti preghiamo per il nostro Oratorio:

fa che sia come una famiglia unita, una comunità viva, un luogo di vera giovinezza
per tutta la comunità cristiana.

Signore, donaci l'amore perchè in Oratorio crescano armonia, concordia,
collaborazione, stima reciproca, sana gara nel bene.

Signore, donaci la pazienza perchè i ritardi, le infedeltà,
le mancanze di ciascuno di noi
non siano motivo di divisione
ma impegno a crescere anche nella fatica.

Signore, donaci il rispetto per ogni persona che viene in Oratorio
con le sue doti e i suoi difetti
perchè nel profondo, ognuno cerca te.

Signore, donaci la speranza perchè il bene è ciò che rimane
e tu sai moltiplicare, anche oggi,
il poco che sappiamo fare.

Sostieni coloro che guidano e sono al servizio per il nostro Oratorio perchè non li sorprenda scoraggiamento e sfiducia

Sostieni i sacerdoti perchè siano fermento,
segno e vincolo di unità.

Maria, madre tua e nostra, interceda presso di Te che vivi con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli. Amen 

L’oratorio estivo che annuncia il Vangelo

martedì 22 gennaio 2013

Giovani ANIMATORI


Una delle esperienze più significative ed entusiasmanti che i giovani fanno in ambito ecclesiale è quello di mettersi al servizio dei più piccoli come animatori (specie nel tempo estivo, con i grest e i campi estivi).
Ma come formarli a questo ruolo così delicato? Vorrei indicare solo un elenco di attenzioni e qualche strumento per costruire un possibile percorso formativo.

TEMI fondamentali:
- CHI E’ L’ANIMATORE (motivazioni, ruolo educativo, doveri, obiettivi);
- CHI E’ IL DESTINATARIO (il bambino, le problematiche, le attenzioni da avere, le cose da evitare);
- IL GRUPPO degli ANIMATORI (l’affiatamento, la collaborazione, l’organizzazione e la struttura interna, il rispetto e la verifica);
- IL GIOCO (importanza, attenzioni, suggerimenti, rischi);
- LAPREGHIERA e i messaggi educativi;
- GLI ALTRI STRUMENTI DI ANIMAZIONE: ballo, teatro, scenografia, laboratori;
- ALTRO (rapporto con gli altri operatori adulti e con il responsabile; in piscina e/o in gita; a mensa…)


lunedì 21 gennaio 2013

GIOVANI E FEDE (un libro e una ricerca)


IL LIBRO: Armando Matteo, La prima generazione incredula, 2010, Rubettino, p.102, 10 euro

Gli attuali ventenni e trentenni sono la prima generazione incredula dell’Occidente: una generazione che non vive contro il Dio e la Chiesa di Gesù, ma senza il Dio e la Chiesa di Gesù e vive addirittura la propria ricerca di spiritualità senza questo Dio e senza questa Chiesa. 
I genitori hanno continuato a chiedere per i loro figli i sacramenti della fede ma senza fede nei sacramenti, hanno portato i figli in Chiesa ma non hanno portato la Chiesa ai loro figli, hanno favorito l’ora di religione ma hanno ridotto la religione a una questione di ora. Hanno imposto una divergenza netta tra le istruzioni per vivere e quelle per credere, per cui la frequentazione della vita in parrocchia, dell’oratorio e della scuola di religione risultano un semplice passo obbligato per l’ingresso nella società degli adulti. In sostanza non hanno più dato spazio alla cura della fede dei propri figli.

Se facciamo riferimento ai dati delle indagini più recenti, bisogna riconoscere che nei giovani tra i 20 e i 30 anni esiste, in generale, un atteggiamento di estraneità alla fede cristiana. Ciò non esclude, tuttavia – come si può riscontrare nelle nostre associazioni ecclesiali – che ci sia una percentuale significativa di giovani con un forte slancio verso la fede cristiana, vissuta all’insegna della centralità del Vangelo e della preghiera, anche se si tratta di un numero che tende a diminuire. Ciò che accomuna, comunque, tutti i giovani è il fatto che in loro sia presente un’inquietudine molto profonda per come è strutturata la società di oggi, in cui c’è poca speranza, manca il futuro: in questo, c’è una certa contemporaneità con Gesù, preoccupato di rivolgere uno sguardo di maggiore attenzione soprattutto a chi è povero e sfortunato. E tra i ‘nuovi poveri’, oggi, sicuramente bisogna aggiungere i giovani”.

domenica 20 gennaio 2013

Catechismo. Risorse web

Il più grande e fornito database in rete ed interamente in italiano è sicuramente Qumran2.Net. Attivo dal 1998 è la prima banca dati, per quantità, di materiale per la pastorale. Un numero veramente grande di testi ed elaborati, Qumran2, con più di 20.000 iscritti rende possibile a chiunque di caricare i propri lavori e metterli a servizio della comunità. Tutto gratuito, il portale offre numerosi prodotti scaricabili senza la necessità di registrarsi. Tra le sezioni più visitate troviamo:

. Testi: suddivisi per categoria (Preghiera, Giovani, Ragazzi, Educatori, Adulti, Famiglie, Lectio Divine, Presentazioni, Studi, Spiritualità).

sabato 19 gennaio 2013

GIOVANI E DROGHE LEGGERE


Marijuana, Canapa indiana, Cannabis, Canne & Spinelli, Hashish

Nonostante il suo consumo si sia ridotto negli ultimi vent'anni, la marijuana è ancora oggi la sostanza d'abuso più frequentemente consumata negli Stati Uniti e in Europa. I consumatori di marijuana costituiscono una popolazione eterogenea per età, etnia o sesso. Si stima che circa il 70% degli americani, di età compresa tra i 27 ed i 32 anni, abbiano consumato marijuana. Il 2-3% della popolazione ne fa uso quotidianamente. Il consumo di marijuana tra gli adolescenti costituisce un grave problema medico e sociale.
Le conseguenze del consumo di marijuana sulla salute sono ancora poco chiare e non ben caratterizzate.
Effetti

venerdì 18 gennaio 2013

GIOVANI E ALCOOL


Ma l’alcol è una droga?
di Alberto Friso Il Messaggero di Sant'Antonio, marzo 2010
L’idea imperante è: bevo forte e mi drogo, ma non sono alcolista né tossicodipendente. Non sono tossico perché la droga «è un’altra cosa», non sono dipendente perché posso fermarmi quando voglio, in fin dei conti mi sballo solo il sabato sera.
Va detto comunque che la dipendenza è una seconda fase del consumo di alcolici e sostanze: il guaio è che molti ragazzi sottovalutano il livello precedente, cioè quei comportamenti a rischio che, nonostante siano magari saltuari, possono essere la porta d’accesso a guai ben più seri, e che già nell’immediato provocano danni alle cellule di molti organi, in primis fegato e sistema nervoso centrale. Il binomio «alcol e droga» è quasi sovrapponibile anche dal punto di vista medico. Non a caso l’Oms classifica l’alcol né più e né meno tra le droghe: è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena, può indurre dipendenza e assuefazione, e infine ha potere psicoattivo, cioè modifica il funzionamento del cervello.

giovedì 17 gennaio 2013

Giovani e MASS MEDIA (internet)


L’adolescenza rubata dal computer
di Luisa Barbieri

Hikikomori, sindrome che isola i ragazzi dal mondo reale. Arriva in Italia l’anoressia sociale che ha sconvolto il Giappone

Hikikomori, si traduce, “stare in disparte”. Isolarsi, insomma. È un fenomeno in evoluzione ormai radicato nel contesto sociale nipponico, fenomeno in espansione. Si è allargato negli Stati Uniti e in Europa.
Secondo una stima del Ministero della sanità giapponese il 20% degli adolescenti maschi sarebbero Hikikomori, anche le ragazze sono coinvolte seppure in percentuale inferiore. Numeri importanti: 1milione di adolescenti e giovani adulti che si ritirano dalla vita pubblica tagliando ogni coinvolgimento sociale. Scuola, sport, divertimenti: familiari ed amici improvvisamente estranei al loro mondo chiuso.
Ragazzi e ragazze che non parlano, non rispondono, rifiutano la vicinanza di altre persone, si chiudono alla realtà che li circonda sottraendosi ad ogni contatto fisico. I familiari diventano guardiani di una prigionia volontaria. La vita fuori non li interessa. Non passeggiano nelle strade, si negano la “porzione di cielo” che fa respirare l’adolescenza, abbandonano la scuola allontanandosi sempre più dalla concretezza della normalità per rinchiudersi in una esistenza virtuale. E internet diventa lo strumento per raccontarsi, trovare soluzioni, cercare nuovi amici. Gli amici che non possono toccare non li spaventano. Diventano feticci con lo stessa vitalità rattrappita: con loro trovano la sintonia. Cercano rifugio in un universo nel quale “non si corrono rischi” soprattutto in ambito relazionale. Le modificazioni del tono dell’umore, le alterazione del vissuto temporale, la cognitività completamente orientata all’utilizzo compulsivo del mezzo contribuiscono a definire e ad aggravare il disagio.
Sintomi:

martedì 15 gennaio 2013

Libertà


LA LIBERTA' CRISTIANA
 
Sentiamo cosa dice Enzo Bianchi sulla libertà:
Vogliamo parlare della libertà e del suo esercizio. L'esercizio della libertà consiste nella capacità di assumere innanzitutto la cura di se stessi, di scegliere, di prendere delle decisioni e di restarvi fedeli. Decidere significa leggere la realtà con il pensiero per interpretare, valutare, stabilire connessioni, distinguere, astrarre.
L'atto della decisione non può essere lasciato agli altri, ma neanche all'impulso del momento e all'emozione. Esige l'esercizio della riflessione e del discernimento. Solo così potremo evitare il rischio in cui oggi è facile incorrere: di restare degli eterni indecisi che
si bloccano con una infinità serie di possibilità senza alcun "aut-aut" che costringa a scegliere e conduca così ciascuno a dare forma precisa e personale alla propria umanità.
Lo sappiamo bene, anche decidere è un'operazione dolorosa perchè comporta dire dei no, tralasciare delle possibilità, comporta rinunce, riconoscere che il tutto non è alla nostra portata e che i limiti sono l'alveo al cui interno soltanto può avvenire la nostra libertà. Ma chiunque opera delle scelte significative per la propria vita (scegliere un certo tipo di scuola, un certo lavoro, un modo
di vivere) non lo fa pensando agli infiniti "no" (ad altre scuole, ad altri lavori ad altri modi di vivere) che di fatto dice, ma solo al sì che lo porta privilegiare una cosa rispetto ad un'altra.
E qui occorre ricordare che la libertà non è mancanza di vincoli ma è sempre libertà all'interno di legami e di limiti. La liberta non coincide con ciò che è più facile o immediato, ma esige una disciplina, un ordine. L'uomo libero è colui che sa determinarsi in modo libero a certe azioni e che sempre rispetta la libertà
degli altri.
Può forse sembrare difficile tutto questo, ma è il modo con cui si può fare della vita un autentico capolavoro, un'opera d'arte, rifuggendo la tentazione del nichilismo, del ripiegamento su di sè, della cultura della sopravvivenza senza alcuna progettualità. Questo lavoro è umano, è umanissimo e attende tutti noi. Ne dipende la nostra felicità e il nostro futuro, ma anche la nostra capacità di vivere con gli altri.

domenica 13 gennaio 2013

Giovani e sessualità (2): riflessioni e un libro


Gli studiosi di cose umane affermano che l’innamoramento è una fase “patologica” dove tutto appare bello e piacevole e si crede che duri per sempre. Per questo l’innamoramento viene definito “irrazionale e involontario”. L’amore invece viene definito “volontario e ragionevole”. Il passaggio dall’innamoramento all’amore è analogo al passaggio dall’infanzia - adolescenza alla fase della vita adulta… dove si è consapevoli che tutto non sarà sempre bello e piacevole, tuttavia sarà sempre ragionevolmente possibile abbracciarlo realisticamente per sempre. La parola “amore”, etimologicamente deriva dal latino “a-mors” (non-morte).
E’ meglio “sfogare l’energia istintiva”, quale essa sia, o “dominare l’energia istintiva” finalizzandola ad un progetto? Gandhi affermava: “Ho imparato, dopo amare esperienze, a preservare la mia rabbia e (ho scoperto che) come il calore che non si disperde si trasforma in energia, così la mia rabbia, dominata, si trasforma in forza capace di muovere il mondo”.
Il sesso sta all’amore come la scintilla al falò che ha acceso” (Carrel): il “sesso” sarebbe la scintilla iniziale che accende una relazione. Cosa decidi di fare con questa “scintilla”? Accendere un amore (finalità di natura antropologica) o incendiare una foresta per friggerti due uova (motivazione irrefrenabile senza congruo progetto) ?
Da “stimoli per i lavori di gruppo” di Gigi Avanti, http://gigiavanti.com/

CITAZIONI
  “Non è molto intelligente voler provare cos’è la morte con un lungo sonno; né è cosa più saggia pretendere di sperimentare l’unione coniugale senza prima entrare nel matrimonio”. (Bovet)
“Il sesso da solo è l’amore del niente”. ( Marco Masini, cantautore)
  “Ci sono soltanto due modi di vivere la propria vita. L’una è viverla come se nulla fosse un miracolo. L’altra è viverla come se tutto fosse un miracolo”: (Einstein)
“Se l’aver mangiato un frutto ha rovinato l’umanità, la salvezza sarà nell’atteggiamento contrario, nel guardare un frutto senza mangiarlo”. (Weil) 

IL LIBRO: Gimmi Rizzi, Voglio imparare ad amare. Preadolescenti dentro il labirinto dell'affettività e sessualità, Elledici, 2005, p.88, 7 euro.

sabato 12 gennaio 2013

Sessualità: questioni pastorali

La contraccezione è peccato!

 LA CASTITA’

La castità è una virtù. La castità è quell’energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo. Il sesso svincolato da un contesto di donazione totale e completa di sé all’altro diviene un animalesco esercizio fisico, mosso da pulsioni egoistiche, che conduce ad una reificazione del proprio partner. La castità prematrimoniale, che implica per i fidanzati la continenza fino al matrimonio, è una virtù che eleva l’uomo; viene suggerita, non per mortificare la coppia, ma perché fa bene e promuove la comprensione dell’immenso valore del matrimonio.
Il sesso unisce, crea un legame molto intimo col partner e, poiché ciò accade più o meno consapevolmente ogni volta, più partner sessuali si hanno, più il legame con ognuno si indebolisce.

venerdì 11 gennaio 2013

Giovani e SESSUALITA'


CITAZIONI
“Mentre Dio perdona sempre e l’uomo perdona qualche volta, la natura non perdona mai; quando ci si oppone alla natura, la natura disapprova, ribatte, restituisce il colpo” (A.Terruwe)

 “Se l’amore non ha obbligatoriamente bisogno della sessualità per esprimersi, la sessualità umana ha invece sempre bisogno dell’amore per esprimersi in tutta la sua pienezza” (Bourgois)

 “Quando uno comincia una relazione si trova di fronte a un dono parziale. Quando si giunge alla relazione sessuale, il dono del corpo è totale, ma se il dono non prevede un impegno personale duraturo è come se accadesse un furto: uno dona il suo corpo per riprenderselo. La relazione sessuale comporta scelte impegnative” (Jean Bastaire). 

L'amore dei giovani al tempo dei Baci perugina
di Tommaso Scandroglio, 14.2.11
L’amore per i giovani è un Bacio perugina: lo scarti, lo mangi in un boccone, ne assapori la dolcezza, leggi il cartiglio e forse un po’ ti commuovi, e poi dopo cinque minuti te ne sei già scordato e aspetti un altro bacio.