domenica 24 febbraio 2013

FEDE e CULTURA: il caso "Codice da Vinci"

Il codice da Vinci è un romanzo di successo scritto da Dan Brown: pubblicato nel 2003, a settembre 2009 ne erano state stampate 80 milioni di copie in tutto il mondo ed era stato tradotto in 44 lingue.

Nel 2006 ne è stato tratto l'adattamento cinematografico omonimo.

Sebbene opera di fantasia, il romanzo si presenta come una ricostruzione fedele degli eventi storici in esso trattati. Tale pretesa fedeltà storica dichiarata dall'autore ha suscitato notevoli critiche da parte di molti studiosi, specialmente nel mondo cattolico (in Italia particolarmente attivo è stato lo studioso Massimo Introvigne).

Il best-seller ha rinfocolato il dibattito sull'attendibilità delle verità contenute nei vangeli apocrifi, soprattutto con riferimento alla tesi per cui Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena e avrebbe avuto dei figli da lei, di cui non vi è documentazione alcuna nel Nuovo Testamento e nelle altre fonti storiche.
RISPOSTE AL CODICE DA VINCI
Ci sono prove nei Vangeli «apocrifi» o «gnostici» che Gesù Cristo avesse sposato la Maddalena, e che la prima comunità cristiana non pensasse affatto che fosse Dio?

E non ha la Chiesa cattolica per questo arbitrariamente scelto solo quattro Vangeli «innocui» come canonici al Concilio di Nicea del 325, appoggiata dalla forza delle armi dell’imperatore Costantino (280-337)?
Niente affatto: ci sono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio. All’epoca del Canone Muratoriano - che risale circa al 190 d.C. - il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l’esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato, novant’anni prima che Costantino nascesse. Quanto alla Maddalena, lo gnostico Vangelo di Tomaso, che piace tanto a Dan Brown, ben lungi dall’essere un testo proto-femminista ne fonda la grandezza sul fatto che «[...] si fa maschio». A Simon Pietro che obietta «Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita», Gesù risponde: «Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli» (Vangelo di Tommaso, 114). Né si parla di figli di Gesù Cristo e della Maddalena.
Brown insiste pure su un brano del cosiddetto «
Vangelo di Filippo», dove si leggerebbe che «la Maddalena era la compagna del Salvatore. Cristo la amava più degli altri discepoli e la baciava sulla bocca». Gli specialisti fanno osservare che la parola copta (questa la lingua in cui ci è pervenuto il testo, anche se Dan Brown pensa erroneamente che si tratti di aramaico) tradotta con «compagna» ha una pluralità di significati, e che in corrispondenza della parola «bocca» nel testo c’è una lacuna, per cui la frase suona «la baciava su…», e «sulla bocca» è una congettura desunta dal fatto che altri personaggi nello stesso testo e in testi della stessa epoca ricevono «baci sulla bocca», a indicare una stretta comunanza spirituale. Il cosiddetto «Vangelo di Filippo» è un catechismo gnostico di scuola valentiniana del tardo II o del III secolo. Come tale, non aspira a trasmettere informazioni reali sul Gesù storico ma solo a dire che cosa deve credere un buon gnostico valentiniano che, a questo punto della storia, fa già parte di una religione diversa e separata dal cristianesimo della «Grande Chiesa».
Ma come può un cumulo di sciocchezze avere quaranta milioni di lettori?
La questione è complessa sul piano sociologico: incontra e mette insieme due tipi di mode molto diffuse: quella dei complotti e delle società segrete che dominerebbero il mondo, e quella di un anti-cattolicesimo sempre più manifesto e virulento.
Dan Brown e tanti editorialisti di quotidiani hanno raccontato che i Vangeli sono stati imposti da un gruppo minoritario di cristiani e che la verità si trova invece nei Vangeli gnostici….
Secondo Dan Brown, è stato Costantino a imporre e lasciare solo quattro Vangeli, ma in realtà erano almeno ottanta all’inizio del quarto secolo quasi tutto allo stesso livello. Ebbene questa argomentazione mostra una ignoranza abissale.
Nel secondo secolo, due secoli prima di Costantino, sant’Ireneo e altri dimostrano in modo chiaro che esistevano quattro Vangeli. I Vangeli sono precedenti ai Vangeli gnostici. Il Vangelo di Giovanni, che è l’ultimo dei quattro, fu composto verso il 90-95, molti decenni prima che alcuni autori scrivessero i Vangeli gnostici.
Nelle lettere di Paolo e negli atti degli Apostoli non c’è nessun riferimento ai Vangeli gnostici. Anche San Giovanni che viveva tra Sinagoga e Chiesa e dovette affrontare chi negava la divinità di Cristo, non parla mai dei Vangeli gnostici. Quelli chiamati gnostici non sono Vangeli, perché non raccontano l’intera storia di Gesù e poi non parlano di morte e Resurrezione. Il cosiddetto Vangelo gnostico di Tommaso è un elenco di detti. Questo è un abuso del termine di Vangelo.
Alberoni: Il “Codice da Vinci” è stato presentato al pubblico come fondato su dati storici reali. Questa premessa c'è ancora nella edizione inglese ed è stata tolta nella edizione italiana per le nostre proteste. Ora Dan Brown, per ignorante che fosse, non poteva non sapere che la divinità di Cristo è esplicitamente affermata nelle lettere di San Paolo scritte attorno al 60, nel Vangelo di Giovanni, comunque nel primo secolo, e lui dice che è stata affermata nel concilio di Nicea nel IV secolo. Non è possibile sostenere che Gesù Cristo sia stato sposato e tantomeno con Maria Maddalena. E’ un invenzione insostenibile la storia della discendenza nei Merovingi, i massacri compiuti dalla Chiesa cattolica e poi dall’Opus Dei per tener nascosta la notizia etc. Però tutte queste fandonie consapevoli hanno come risultato di screditare la Chiesa perché il libro è fatto in modo che la gente le creda. E’ esattamente quello che fa “I Protocolli dei Savi anziani di Sion”, un testo inventato dagli antisemiti, in cui si attribuisce ai capi degli ebrei il piano di dominio sul mondo e che è stato usato da Hitler per giustificare la loro persecuzione.

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