mercoledì 16 dicembre 2015

Bufale sul Natale: Gesù è una copia di altre divinità

http://www.documentazione.info/bufale-sul-natale-gesu-e-una-copia-di-altre-divinita

di Francesco D'Ugo, 14 dicembre 2015
Ormai ogni anno, in prossimità del Natale, rimbalzano sui social network immagini come questa:

L’intento sarebbe di paragonare le caratteristiche comunemente attribuite a Gesù dai Vangeli e dalla tradizione cristiana a quelle di antiche divinità pagane. La tesi sottointesa è che la figura di Gesù Cristo non è altro che il risultato di un miscuglio di diversi miti e leggende che per qualche motivo ha avuto più successo degli altri. A partire dalla data di nascita, le sue caratteristiche sarebbero solo una rielaborazione di caratteristiche già attribuite a divinità pagane nel corso della storia: Gesù non sarebbe il primo a essere nato da una vergine, ad aver viaggiato insegnando, a fare miracoli, e a morire per poi resuscitare.

Il sito Cattonerd ha fatto un ottimo lavoro di "debunking" sull'argomento: cioè di decostruzione di alcune bufale che fanno il giro di internet da qualche anno. Eccone un sunto.
In questa immagine creata dal sito Cattonerd sono riassunti le principali inesattezz
Vediamo allora in breve se davvero il Cristianesimo ha copiato altre religioni precedenti.

Horus

lunedì 7 dicembre 2015

MARIA Immacolata, PORTA della MISERICORDIA


Gesù – ci ha ricordato il Papa con la Bolla d’indizione del Giubileo che inaugurerà ufficialmente fra poche ore - è il VOLTO della misericordia, colui nel quale possiamo VEDERE e sperimentare la misericordia di Dio nei nostri confronti. Guardando a lui possiamo intuire quanto Dio ci ama, in che modo (smisurato) Dio ci ami: con tenerezza, pronto (infinite volte), al perdono gratuitamente, con tutta la propria vita (che mette a nostra disposizione) e con la generosità di chi non guarda a cosa fa l’altro, ma desidera solo dare, senza attendere di ricevere (e senza fare calcoli).

Se Gesù è il volto della misericordia, MARIA è la PORTA della misericordia:

-       colei che ha permesso a DIO misericordioso di entrare nella nostra storia, nella nostra vita, abbassandosi alla nostra condizione (perché Dio tutto può, ma nulla fa senza il nostro consenso);

-       colei che permette a NOI di accedere, di entrare nella misericordia del Figlio: passando attraverso Maria possiamo arrivare (in “via preferenziale”) al Figlio e ai doni che lui vuole offrirci.

Certo, è “UNA DELLE TANTE” Porte Sante” che possiamo attraversare per giungere a fare esperienza dell’amore di Dio (e non per niente il Papa ha voluto inserire, tra lwe porte sante, anche quella del Santuario mariano del Divino Amore, particolarmente caro a noi romani che, soprattutto negli anni di guerra, abbiamo potuto, attraverso Maria, ricevere tanti doni da parte di Dio Padre del Divino Amore). E’ una delle porta, ma forse la più vicina, amata, sentita ed utilizzata delle porte di accesso per sperimentare la misericordia di Dio: l’amore che spinge Dio a chinarsi sulla nostra miseria e nonostante (o a motivo de) la nostra miseria.

lunedì 30 novembre 2015

I DIECI COMANDAMENTI (una mia introduzione schematica)


o DECALOGO = le 10 parole scritte, secondo la tradizione, sulle tavole della legge (di pietra) da Dio stesso sul monte Sinai e consegnate a Mosè e conservate nell’Arca dell’Alleanza.

Due versioni: Esodo 20,2-17 e Deuteronomio 5,6-21 (con poche varianti).

Due parti: relazione con Dio (1-3) e relazione con gli altri (4-10)

Contesto: Mosè (circa 2000 anni prima di Cristo), libro dell’Esodo: racconta il cammino di LIBERAZIONE dalla schiavitù d’Egitto (dove avevano tutto e che, a momenti alterni, rimpiangono mormorando contro Dio e contro Mosè), cammino che richiede di passare per 40 anni (una vita!) nel deserto (luogo delle tentazioni, dei bisogni, delle privazioni, ma anche luogo dell’intimità, della scoperta di sé, dove assaporano la prima esperienza di libertà e di protezione da parte di Dio che li guida verso la Terra Promessa.

Introduzione: “Io sono il Signore tuo Dio che ti fece uscire dalla terra d’Egitto, dalla casa degli schiavi”

1° lezione: I NO CHE AIUTANO A CRESCERE e a diventare liberi: non tutto ciò che vogliamo fa bene e ci fa bene. Non tutto ciò che vogliono i vostri figli fa loro bene. E’ gratificante farli contenti accogliendo le loro inesauribili richieste (un pedagogo parla di “piccoli tiranni” che sanno come ottenere tutto giocando spesso sui sensi di colpa dei genitori)

domenica 22 novembre 2015

GENDER. Uomo, donna o GLBTQ?


Fino a pochi decenni fa era semplice distinguere l’umanità in maschi e femmine: era sufficiente prendere in considerazione gli attributi sessuali per stabilire a quale sesso si appartenesse. Il rischio tuttavia era quello di giustificare come “naturale” (cioè stabilito dalla natura) il fatto che a tale differenziazione corrispondesse anche un primato del maschile e una discriminazione delle donne (ricordiamoci ad esempio che, fino a pochi decenni fa, non potevano votare).

A partire dagli anni ’70 nasce nel mondo anglosassone un movimento di pensiero che complica notevolmente le cose con l’intento di distruggere ogni discriminazione: non si devono considerare solo le differenze fisiche e biologiche[1], ma anche quelle psicologiche e culturali di identità di “genere” o “gender” (ovvero basta eliminare la componente culturale che stabilisce come debbano comportarsi gli uomini e come le donne per lasciare libera la persona di esprimersi così come si percepisce, in accordo o meno con il proprio sesso biologico) e quelle dell’orientamento sessuale (ovvero l’attrazione sessuale verso il proprio o l’altrui sesso o per entrambi) e del comportamento sessuale (cioè il modo con cui esprimo il mio orientamento).

giovedì 19 novembre 2015

Vatileaks 2! Alcune riflessioni

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Il mese di novembre non si è aperto solo con il ricordo dei Santi e dei defunti, ma quasi come contraltare, con lo scandalo dei documenti trafugati dal Vaticano (Vati-leaks) e dei due libri che, con quei documenti, sono stati scritti da due giornalisti, libri che pescano nel torbido mondo degli affari e degli affaristi che circolano (o vivono) in Vaticano[1].
Papa Francesco, con la sua peculiare parresia (= coraggio e chiarezza), ha voluto commentare l’episodio nell’angelus dell’8 novembre con queste parole:
Cari fratelli e sorelle, so che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati.
Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. E’ un atto deplorevole che non aiuta. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene, e sono state prese delle misure che hanno incominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili.

martedì 27 ottobre 2015

Che cos’è una famiglia?, di Fabrice Hadjadj

Riprendiamo dal web una traduzione dal francese a cura di Silvio Brachetta (che abbiamo radicalmente rivisto) dell’intervento tenuto da Fabriche Hadjadj nel corso del primo Grenelle tenutosi a Parigi, presso il Palais de la Mutualité, l’8/3/2015. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, vedi le sotto-sezioni Famiglia, affettività e sessualità, omosessualità e gender e, per la maternità surrogata, Le nuove schiavitù nella sezione Carità, giustizia e annunzio.
Il Centro culturale Gli scritti (27/10/2015), http://www.gliscritti.it/blog/entry/3418
1. Cos’è una famiglia? Qualcuno si potrebbe stupire che noi siamo qui, insieme, per porre tale questione e alcuni non mancheranno di pensare che il nostro approccio non potrà che condurre o alla ripetizione di cose banali, o alla complicazione delle cose semplici. Noi non avremmo, secondo alcuni, altre possibilità, dopo una simile domanda, se non sfondare porte aperte o tagliare un capello in quattro.
Allo stesso tempo - lo si intuisce -, le evidenze primarie si nascondono sempre nella loro stessa luminosità. La famiglia non è simile solo al naso sulla mia faccia, troppo vicino per essere visto, o al paesaggio cento volte attraversato, così ben noto che svanisce. È, soprattutto, come una sorgente che rischiara e fonda le altre cose, ma che non può, d’altro canto, essere fondata e chiarita da se stessa. Dinanzi a questa sorgente siamo come degli uccelli notturni che volessero guardare il sole in faccia.
Noi tutti proveniamo da una famiglia, siamo tutti riconosciuti da un cognome, abbiamo tutti una certa famiglia d’origine. La famiglia è un fondamento. Ora, se essa è un fondamento, non sapremo come «fondare la famiglia». Se essa si pone al principio delle nostre vite concrete, diviene impossibile giustificarla o esplicarla,perché bisognerebbe richiamare un principio anteriore - e la famiglia non sarebbe più che una realtà secondaria e derivata, non una matrice.

martedì 20 ottobre 2015

Polemica: gli omosessuali non hanno diritto di essere sacerdoti?

La risposta è tassativa: no. E neanche gli eterosessuali. Essere sacerdote non è un diritto. E c'è altro da sapere.
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Di tanto in tanto, emerge nei media qualche caso di un sacerdote omosessuale che innalza la bandiera dei cosiddetti “diritti gay”, tra i quali il “diritto al sacerdozio”.
In primo luogo, bisogna chiarire che il sacerdozio cattolico non è un “diritto” per nessuno: né per gli omosessuali né per gli eterosessuali. Il sacerdozio cattolico è una vocazione, una chiamata personale e intrasferibile, fatta da Cristo a chi vuole.

sabato 10 ottobre 2015

Vi racconto com’era la Chiesa prima del Concilio Vaticano II

E poi l’11 ottobre del 1962 cominciò la grande svolta

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Era la fine degli anni Ottanta, al Sinodo i vescovi discutevano dei “christifideles laici”, e forse per questo il parroco mi aveva chiesto di parlare a un gruppo di giovani-adulti che si preparavano alla Cresima. A un certo punto, per sottolineare la responsabilità che essi si sarebbero assunti ricevendo quel sacramento, mi riferii al nuovo modo di partecipazione alla Messa: una partecipazione più attiva, piena, comunitaria. “Vedete? Ora voi pregate in italiano, ascoltate brani della S. Scrittura. Il sacerdote celebra di fronte a voi, e di fronte a voi consacra il pane e il vino…”.
Mi guardavano come se fossi un alieno, e con un’aria quasi divertita. Non capivo, e non capiva neanche l’amico parroco. Ci mettemmo un bel po’ a scoprirlo. Quei giovani non sapevano nulla del Concilio, della riforma liturgica. La prima volta che erano entrati in chiesa, la Messa era già così. Non avevano mai visto quella di prima. Quando il prete, protagonista assoluto, celebrava in latino con le spalle all’assemblea. E l’assemblea restava muta, passiva, salvo rispondere con un Amen alle preghiere che il sacerdote rivolgeva a un Dio, con il quale lui soltanto sembrava essere in confidenza. E intanto le vecchiette, noncuranti di tutto, recitavano per conto loro il rosario.
Ma non era solo questa, la Chiesa, prima del Concilio Vaticano II. Era una Chiesa che si portava ancora dietro i “residui” di un passato difficile, tormentato. La Chiesa della cosiddetta “epoca costantiniana”, e cioè di quando i Pontefici erano diventati detentori di un potere temporale. La Chiesa che, della Controriforma, aveva finito con l’accentuarne un certo spirito negativo, difensivo, e soprattutto gli aspetti giuridici, clericali. La Chiesa che dall’inizio del XX secolo, in reazione alle minacce da fuori e ai pericoli interni, si era caratterizzata per una eccessiva uniformità sul piano del governo, su quello liturgico e pastorale.

venerdì 25 settembre 2015

Falso dire che Gesù non ha condannato l’omosessualità. I Vangeli dimostrano il contrario

 
L’assordante propaganda omosessualista e omofila, sostenuta da tutti i grandi mezzi d’informazione, in crescendo nell'imminenza del Sinodo sulla Famiglia del 5 ottobre p.v., continua a ripetere a beneficio dei cattolici un vieto ritornello e cioè che Gesù Cristo non avrebbe mai parlato dell’omosessualità, ragion per cui la sua condanna non si potrebbe reperire nei Vangeli ma solo nelle Lettere apostoliche, segnatamente in quelle di san Paolo. Come se questo, annoto, facesse la differenza! Le Epistole paoline non vengono lette durante la Messa come “Parola di Dio”, allo stesso modo dei Vangeli? Ma prescindiamo da questa scorretta separazione tra le varie parti del corpo neotestamentario, del tutto inaccettabile, spiegabile solo alla luce della miscredenza attuale, che vuole escludere di fatto l’insegnamento di san Paolo dalla Rivelazione con l’argomento singolare che egli dettava norme e concetti validi solo per il proprio tempo!

Ciò che la propaganda omofila vuole insinuare a proposito dei Vangeli, è parimenti assurdo: non avendovi il Cristo mai nominato esplicitamente l’omosessualità, non la si dov­rebbe ritener da Lui condannata! La fornicazione e l’adulterio li ha con­dannati apertamente mentre la sodomia e affini (che sono fornicazione contro natura) li avrebbe invece assolti con il suo (supposto) silenzio? Ma ci rendiamo conto delle castronerie che vengono oggi propinate alle masse, peraltro ben felici di esser ingannate, a quanto pare?

mercoledì 16 settembre 2015

L’accidia: il vizio nella vita spirituale e la lotta contro di esso

di d.Angelo De Donatis, http://www.gliscritti.it/approf/2006/conferenze/accidia01.htm
Mettiamo a disposizione on-line la trascrizione della meditazione che d.Angelo De Donatis, parroco della parrocchia di S.Marco Evangelista in Roma, ha tenuto presso la nostra parrocchia di S.Melania, il 26 gennaio 2006. Il testo non è stato rivisto dall’autore
L’Areopago

Indice


L’accidia, il “demone del mezzogiorno”

Affrontiamo oggi il tema della vita spirituale, attraverso l’analisi di una malattia della vita spirituale. Ci domandiamo come affrontarla, anche se poi rispunta sempre. E’ una dimensione negativa che troviamo, ma che va affrontata. La tradizione della Chiesa la chiama l’ “accidia”.
Seguiremo le indicazioni di Evagrio Pontico, un maestro del IV secolo – ed, insieme, del Bunge, un autore moderno che ha affrontato lo stesso tema, studiando Evagrio.

Evagrio chiama l’accidia il “demone del mezzogiorno”, perché è la tentazione che assale il monaco a metà della giornata, quando l’entusiasmo viene meno, quando l’ardore si è spento.

Questo “mezzogiorno” che è anche il mezzogiorno della vita, quando ad un certo punto, l’entusiasmo viene meno, quando non c’è più la gioia profonda di fare una cosa, la gioia di vivere. Ecco perché Evagrio Pontico dice che questo è un demone pericolosissimo.

venerdì 4 settembre 2015

Sacramenti e carismi

Indicando con il termine generale di "sacramenti" le cose comuni a tutti e con il termine "carismi" le cose proprie a ciascuno, possiamo dire che i sacramenti sono il dono fatto a tutti per l'utilità di ciascuno, il carisma è il dono fatto a ciascuno per l'utilità di tutti. I sacramenti sono dati all'insieme della Chiesa per santificare i singoli, i carismi sono doni dati ai singoli per santificare l'insieme della Chiesa. Lo scopo finale è lo stesso per gli uni e per gli altri: promuovere la comunione, creare la koinonia.
R.Cantalamessa, Amare la Chiesa (2003), p.34

sabato 1 agosto 2015

Come immagino il paradiso (Enzo Bianchi)

Berndnaut Smilde, Nimbus Sankt Peter, 2014, Sankt Peter Kunst-Station, ColoniaIl Fatto Quotidiano, 18 maggio 2015
di ENZO BIANCHI
Ogni cristiano che recita il “Credo”, la professione di fede, dice: “Credo la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen”, e questo credere non è periferico, ma fondamentale nella fede cristiana. Il cristiano, dunque, crede che ci sia un dopo la morte, una vita piena per sempre, nella quale non vi saranno più pianto, né dolore, né malattia, né morte, ma la gioia eterna della comunione, attraverso Gesù Cristo, con Dio e con gli uomini e le donne da lui salvati. Anch’io, in quanto cristiano e monaco, aderisco a questa speranza, ma confesso che il mio immaginario è molto personale ed è mutato nelle diverse stagioni della mia vita. La domanda che mi viene posta: “Come immagini il paradiso?”, mi spinge dunque a dare diverse risposte. 

venerdì 31 luglio 2015

Cosa vuol dire essere casti oggi

Henri Martin, Gli amanti (particolare)La Repubblica, 1 luglio 2015
di ENZO BIANCHI
«A voi giovani dico: siate casti ... fate lo sforzo di vivere l'amore castamente!.». Queste parole di papa Francesco ai giovani pronunciate domenica scorsa hanno suscitato reazioni di ogni tipo ma tutte rivelative del dato che "castità" è una parola sovente incompresa, anzi misconosciuta e derisa, soprattutto perché è confusa con l'astinenza o la continenza sessuale o con il celibato. L'etimologia ci suggerisce che è casto (castus) colui che rifiuta l'incesto (in-castus). L'incesto avviene ogni volta che non si vive la distanza e non si rispetta l'alterità, che non è solo differenza. Non è casto chi cerca la fusione, l'attaccamento, il possesso: segno di tale ricerca è l'aggressività che, in questi casi, facilmente si accende e si manifesta. Sono sempre più convinto che la sessualità sta nello spazio del dono, perché richiede di dare e di ricevere e si colloca sempre nella relazione tra due soggetti.

giovedì 30 luglio 2015

Che rapporto c'è tra Dio e il sesso?

ParejaPerché la Chiesa insegna che il matrimonio è il contesto ideale dell'intimità sessuale?

La sessualità umana, voluta da Dio, è un dono molto più prezioso di un divertimento o di un meccanismo di procreazione; è il luogo di espressione di un amore per l'altro che, attraverso l'unione dei corpi, si conforma all'amore di Dio nella sua unione intima con l'uomo. Non può quindi trovare il suo pieno compimento se non ordinandolo a Lui nel sacramento del matrimonio.

mercoledì 29 luglio 2015

“Non c’è sesso senza amore”. La Chiesa e il sesso: dubbi, critiche e domande

P. Maurizio Botta, http://www.aleteia.org/it/stile-di-vita/contenuti-aggregati/sesso-morale-chiesa-critiche-domande-dubbi-5794456716443648?

Se la verità sulla sessualità è stabilita dalla maggioranza, cioè da quello che pensa la maggioranza su un determinato tema, allora possiamo dire tranquillamente che il mondo ha vinto. Gesù, la sua Chiesa, hanno perso clamorosamente. Hanno perso, sono stati sconfitti, perché sono evidentemente e in modo chiaro una minoranza. Quello che Gesù e la Chiesa pensano sul sesso è stato sconfitto – se questo è vero – dalla verità che impone il mondo. Perché quello che pensa, propone in modo plateale ma anche in modo sottile a volte il mondo è antitetico rispetto a quello che propone Gesù e la Chiesa.

Se la verità si forma a colpi di maggioranza, Gesù e la Chiesa hanno torto. Chi parte dal catechismo per regolarsi nella sua vita personale, per prendere le sue decisioni, per formare il suo modo di pensare? Pochissimi. Quindi, la verità dovrebbe stare con la maggioranza, che pensa il contrario di quello che dice il catechismo. E poi, tra i pochissimi che seguono il catechismo, certi propongono una visione del sesso come castrazione. Una sorta di testimonianza senza sapere dare le proprie motivazioni. E quindi testimoniando un’esperienza così brutta, inevitabilmente il mondo si convince ancora di più delle sue idee.

sabato 20 giugno 2015

Laudato si’: una guida alla lettura

Un'Enciclica sull'ambiente e, ancora più in profondità, sul senso dell'esistenza e sui valori alla base della vita sociale. Si può definire così, in estrema sintesi, la seconda, attesissima Enciclica di papa Francesco, Laudato si'. Il documento prende il nome dalla nota invocazione di san Francesco d'Assisi, che nel Cantico delle creature ricorda che la terra, la nostra casa comune, «è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia» (1).

Questa terra, maltrattata e saccheggiata, oggi si lamenta; con essa, tanti dei suoi abitanti. Papa Francesco invita ad ascoltarli, sollecitando tutti e ciascuno a una «conversione ecologica», secondo l’espressione di san Giovanni Paolo II, cioè a «cambiare rotta», assumendo la bellezza e la responsabilità di un impegno per la «cura della casa comune».

Nel testo ci sono denunce molto dure, contro gli egoismi e la miopia alla base di una certa concezione dello sviluppo e contro i danni che ne derivano per l'essere umano e per l'ambiente, ma lo sguardo del Pontefice sembra illuminato anzitutto dalla speranza. «L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune» (13); «l’essere umano è ancora capace di intervenire positivamente» (58); «non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi» (205).

Un altro tratto distintivo dell'Enciclica è certamente la costante attenzione a entrare in dialogo con tutti, non solo con i fedeli cattolici. Il dialogo percorre tutto il testo, e nel capitolo 5 diventa lo strumento per affrontare e risolvere i problemi. Tanto che, in non pochi passaggi, il Papa assume esplicitamente il contributo sui temi ambientali offerto da cristiani non cattolici (in particolare il Patriarca ecumenico Bartolomeo I), da altre religioni e da scienziati, filosofi e associazioni che hanno «arricchito il pensiero della Chiesa su tali questioni» (7).

L’itinerario dell’Enciclica è tracciato nel n. 15 e si snoda in sei capitoli, di cui di seguito offriamo una sintesi. A dare unitarietà al tutto sono alcuni assi tematici che percorrono il documento papale, affrontati da una varietà di prospettive diverse: «l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita» (16)

sabato 30 maggio 2015

La tradizione delle opere di misericordia

Luciano Manicardi
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"Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6,36). Prima di essere un comando, queste parole di Gesù sono la rivelazione di una possibilità: esse attestano la possibilità per l'uomo di partecipare alla misericordia di Dio, ovvero di dare vita, di mostrare tenerezza e amore, di fare grazia, di con-soffrire con chi soffre, di sentire l'unicità dell'altro e di essergli vicino, di perdonare, di sopportare l'altro e di pazientare con le sue lentezze e le sue inadeguatezze. Se "misericordioso e compassionevole" è il nome di Dio (cf. Es 34,6; Sal 86,15; 103,8; I 11,4; eccetera), Gesù di Nazaret ha dato un volto d'uomo a tale misericordia e compassione e l'ha narrata nella sua vita (cf. Mc 1,41; 6,34; Lc 7,13; eccetera) e, dietro a lui, per la fede in lui e l'amore per lui, anche il discepolo del Signore può vivere la misericordia.

mercoledì 27 maggio 2015

No, non fu Paolo il vero fondatore del cristianesimo

Pietro e paoloA volte ritornano, direbbe Stephen King. Parliamo della schiera degli orgogliosi laici di Repubblica ossessionati dal cristianesimo. Pensiamo, ad esempio, alla coppia Augias-Flores D’arcais, autori di molteplici libri scandalistici intenti a convincere della falsità delle origini del cristianesimo, resuscitando le tesi degli oppositori pagani dei primi secoli.
In questi giorni è riemerso anche Eugenio Scalfari, un altro fanatico del laicismo che ha trascorso la sua vita a parlare di religione. In un articolo per l’Espresso ha elogiato l’ultimo libro dello scrittore e regista Emmanuel Carrère,Il Regno (Adelphi 2015), una rivisitazione romanzata delle origini del cristianesimo. Un altro non studioso, dunque, oltretutto distrutto dalla critica: Gesù viene paragonato a Che Guevara e sono talmente tante le sciocchezze scritte che perfino chi ha recensito il libro ha ammesso di aver «fatto un po’ fatica, a finirlo» (senza contare, tra un commento e l’altro sull’evangelista Giovanni, la descrizione dettagliata del suo video pornografico preferito). Luigi Walt, ricercatore a Ratisbona, ha sottolineato la «distanza di Carrère da un approccio realmente critico, e dunque storico, al problema delle origini cristiane». «Una specie di sufflé moscio e insipido» è stato definito da un altro recensore.

sabato 23 maggio 2015

Indulgenze (secondo papa Francesco)

Le indulgenze di Francesco sono diverse

CARLO MOLARI, in “Rocca” n. 10 del 15 maggio 2015
Il Giubileo come si è sviluppato nella tradizione cristiana occidentale dal 1300 (Bonifacio VIII) in avanti è stato sempre connesso con la struttura penitenziale e con la pratica delle indulgenze.
Il termine indulgenza ha un significato affine a quello di misericordia, ma nell'uso ecclesiale ha acquistato un particolare significato giuridico connesso alla remissione delle pene relative al male morale e alla necessaria soddisfazione da offrire a Dio in riparazione dei peccati umani.
Questa terminologia giuridica oggi appare inadeguata e improponibile. Per questo Papa Francesco nella Bolla di indizione del prossimo Giubileo straordinario (titolo: Misericordiae Vultus) introduce il tema della indulgenza con omissioni molto significative e con una sensibilità nuova. In particolare non si richiama più alla Chiesa quale «ministra di redenzione che dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi» come invece faceva ancora il Catechismo della Chiesa cattolica (1992) quando nel capitolo sul Sacramento della penitenza e della riconciliazione per esporre la dottrina sulle indulgenze riassume la Costituzione apostolica di Paolo VI, Indulgentiarum doctrina, Normae(1 gennaio 1967, AAS 59 (1967) 21) (CCC 1471-1479).

venerdì 15 maggio 2015

Lo Spirito: la potenza dell'amore e della misericordia

Storia dell’amore di Dio
o il «mistero della Trinità»
Carmine Di Sante

Lo «spirito» come forza 
Oltre che al Padre e al Figlio, le scritture attribuiscono un’importanza del tutto particolare allo Spirito che, nel primo Testamento, si presenta come un attributo di Dio, mentre nel secondo Testamento e nella tradizione cristiana come una realtà distinta dal Padre e dal Figlio ma uguale al Padre e al Figlio e proveniente dall’Uno e dall’Altro.
Il termine ebraico per «spirito» è ruah, che letteralmente vuol dire «vento» o «aria», e che in greco viene tradotto con pneuma e in latino spiritus, da cui spirito in italiano: 
«Lo spirito è il soffio, e in primo luogo quello del vento. C’è nel vento un mistero: ora, con la sua violenza irresistibile, abbatte le case, i cedri e le navi in alto mare (Ez 13, 13; 27, 26); ora s’insinua in un bisbiglio (1 Re 19, 12); ora dissecca con il suo soffio torrido la terra sterile (Es 14, 21; cf Is 30, 27-33); ora fa scorrere su di essa l’acqua feconda che fa germogliare la vita» (J. Guillet, voce Esprit, in Vocabulaire de Théologie biblique, sous la direction di X. Léon-Dufour, Paris 1962, p. 311). 

giovedì 14 maggio 2015

Per una cultura della misericordia (W. Kasper)

Walter Kasper 
Da: Misericordia. Concetto fondamentale del Vangelo - Chiave della vita cristiana, Queriniana 2013, pp. 268-303
Grandezza e limiti del moderno stato sociale
Gesù Cristo ha mandato i suoi discepoli e la chiesa nel mondo. La chiesa non può perciò limitarsi, con il suo messaggio della misericordia, al campo personale individuale e alla sfera intraecclesiale; non può, per così dire, ritirarsi in sacrestia, ma deve essere lievito, sale e luce del mondo (cf. Mt 5,13s.; 13,33) e impegnarsi per la vita del mondo. Essa non possiede però alcuna competenza specifica per le questioni tecniche di politica economica e sociale. Le questioni dell'ordinamento economico e sociale posseggono infatti una legittima e oggettivamente fondata autonomia; competenti in esse non sono i teologi, ma in primo luogo dei laici specificamente preparati [1].
Sarebbe naturalmente sbagliato pensare che, nel caso dell'ordinamento economico e sociale, si tratti solo di questioni oggettive tecniche; si tratta di persone, dell'organizzazione e della cultura di una vita umana, di una convivenza umana e, in molti casi, di sopravvivenza umana. Il pane per vivere è vitalmente necessario, ma l'uomo non vive di solo pane. L'uomo è qualcosa di più di quello che mangia. Egli ha bisogno di calore umano e dipende dal fatto che gli altri si comportino almeno con un po' di misericordia con lui. L'attuale predominante economicizzazione del sociale significa perciò un'amputazione e una riduzione dell'uomo. Quando ciò avviene, una società perde la sua anima e si riduce a un sistema senz'anima.

domenica 19 aprile 2015

Divorzio sì o no. Il biblista duella col monaco

angelico
L’interpretazione che il monaco camaldolese Guido Innocenzo Gargano, valente studioso della Sacra Scrittura e dei Padri, ha proposto delle parole di Gesù sul matrimonio nel Vangelo di Matteo, non cessa di sollevare discussioni, per la sua novità e originalità:
Questo blog ha già dato spazio a due repliche, una critica e una favorevole, e a una testimonianza:
Ma ora anche un biblista spagnolo reagisce alle tesi di padre Gargano.
È Luis Sánchez Navarro, professore ordinario di Nuovo Testamento presso l’Università San Dámaso di Madrid.

venerdì 17 aprile 2015

Perché il mondo Lgbt ha bisogno di negare l’esistenza della teoria del gender?

Teoria genderAccantonata in fretta la bufala dell'”emergenza omofobia” -martellata per mesi sui quotidiani- che caratterizzerebbe il nostro “cattolico” Paese tanto da necessitare una apposita legge (talmente urgente che il ddl Scalfarotto è stato dimenticato da tutti, senza problemi), il mondo Lgbt si è dato una nuova priorità: negare a tutti i costi l’esistenza della teoria del gender.
Bisogna dar loro atto che, effettivamente, non hanno mai definito le loro idee come una “teoria” vera e propria, tuttavia è legittimo parlarne in questi termini dato che quel che sostengono è ben definibile tramite due precisi convincimenti. La prima affermazione della teoria del gender è che esisterebbe una sessualità specifica (o “dato biologico”) e un distinto genere (o “dato psicologico”). In sintetiche parole: si può esseremaschi-uomini (o femmine-donne) in caso di coincidenza tra sesso biologico e genere (si parlerebbe in questo caso di cisgender, altro neologismo Lgbt per identificare il 99% della popolazione mondiale), così come si potrebbe essere maschi-donne (o femmine-uomo) nel caso in cui sesso biologico e genere non coincidano. Ovviamente è tutto presentato come “normale”, parola che fa sempre con insistenza capolino nella terminologia Lgbt. La seconda affermazione della teoria del gender è che sarebbe possibile scegliere autonomamente il genere sessuale “preferito” (o “sentito”), ovviamente prescindendo dal dato biologico. Finora sarebbe stata la società a indirizzarci nei rispettivi generi sessuali facendoli forzatamente coincidere al dato biologico, d’ora in poi bisognerebbe invece prendere coscienza di ciò e far crescere i bambini “liberi” da questi “stereotipi” per dar loro la possibilità di decidere “liberamente” (altro termine abusato) attraverso un’educazione gender-neutral.

sabato 4 aprile 2015

PASQUA, LE COSE DA SAPERE

01/04/2015,  http://www.famigliacristiana.it/articolo/pasqua-lo-sapevi-che.aspx

È la festa più importante per i cristiani e significa etimologicamente "passaggio". La data è mobile perché dipende dal plenilunio di primavera mentre l’origine è legata al mondo ebraico, in particolare alla festa di Pesach, durante la quale si celebrava il passaggio di Israele, attraverso il mar Rosso, dalla schiavitù d’Egitto alla libertà.


La Pasqua è il culmine del Triduo pasquale, centro e cuore di tutto l’anno liturgico. È la festa più solenne della religione cristiana che prosegue con l’Ottava di Pasqua e con il tempo liturgico di Pasqua che dura 50 giorni, inglobando la festività dell’Ascensione, fino alla solennità della Pentecoste.

COSA SIGNIFICA LA PAROLA “PASQUA”?

venerdì 3 aprile 2015

Giuda è purtroppo inutile

Noi leviamo il capo, però, all’amore che non è amato, quello del Cristo, di Andrea Lonardo


Bacio di Giuda, Sant'Angelo in Formis, Foto Bruno Brunelli

Giuda è inutile. Se Giuda non avesse tradito il suo Maestro, Gesù  sarebbe stato comunque catturato e ucciso, perché il Sinedrio così aveva già deciso. Giuda è servito solo per un lavoro appena un po’ più “pulito”: una cattura lontano dal clamore della folla, senza il rischio che qualcuno potesse creare problemi all’arresto: «non durante la festa» (Mc 14,2). Giuda è servito solo a trovare “il momento opportuno”, il momento tranquillo (Mc 14,11).
Perché allora tanto inchiostro e tante sequenze cinematografiche, tante speculazioni e dietrologie, per affermare che egli fosse predestinato, che egli avesse un motivo, che egli fosse inconsapevole e pur sempre amico e non vero traditore? La risposta è semplice, evidente. Perché giustificando Giuda ognuno cerca di giustificare se stesso. Se Giuda avesse avuto un motivo e delle attenuanti per essere scusato di ciò che ha fatto, ecco che si potrebbe e dovrebbe difendere colui che non ha onorato la parola data, ecco che sarebbe in fondo normale da parte di chi lavora non eseguire a regola d’arte ciò per cui si è pagati, ecco che si potrebbe in qualche modo giustificare il marito che ha tradito la moglie perché, in fondo, è lei che ha sbagliato. In Giuda è come uno specchio: riflette ciò che ognuno pensa del peccato. Giuda ci dice se pensiamo che il peccato debba essere evitato o, in fondo, abbia sempre una qualche scusante.  

mercoledì 1 aprile 2015

Passione, morte e risurrezione di Gesù: fatti accertati anche dalla storia

Gesù in croceLa Pasqua è la festività più importante per i cristiani: senza risurrezione Gesù sarebbe stato soltanto uno dei tanti saggi profeti apparsi nella storia, forse il più ammirabile, forse ispirato dallo Spirito Santo, ma senza la capacità di sconvolgere l’umanità e la vita di miliardi di persone.
Risorgendo è restato nel mondo, si è reso incontrabile da chiunque, ha espresso la volontà del Padre di mischiarsi tra gli uomini, donando loro il senso ultimo della vita: l’attesa di infinito che ognuno di noi vive dentro di sé non è un inganno della natura, ma è una promessa che verrà certamente mantenuta. La vita è il percorso della libertà dell’uomo, chiamato a riconoscere questo, a testimoniarlo e ad attendere il mantenimento di tale promessa vivendo già un anticipo, qui e ora, di compimento.

mercoledì 25 marzo 2015

L’infanzia di Gesù di J. Ratzinger-Benedetto XVI. Appunti di Andrea Lonardo

http://www.gliscritti.it/blog/entry/3056

1/ «Di dove sei tu?» (Gv 19,9)

«Colpisce che Matteo e Luca concordino [nelle rispettive genealogie di Gesù] soltanto su pochi nomi, non abbiano in comune nemmeno quello del padre di Giuseppe. Come spiegare questo? A prescindere da elementi tratti dall’Antico Testamento, ambedue gli autori hanno lavorato con tradizioni le cui fonti non siamo in grado di ricostruire. Ritengo semplicemente inutile avanzare delle ipotesi al riguardo. Per entrambi gli evangelisti non contano i singoli nomi, bensì la struttura simbolica in cui appare la collocazione di Gesù nella storia: il suo essere intrecciato nelle vie storiche della promessa e il nuovo inizio che, paradossalmente, insieme con la continuità dell’agire storico di Dio, caratterizza l’origine di Gesù»[1].
Il III volume della trilogia su Gesù di Nazaret scritto da J. Ratzinger-Benedetto XVI[2] si apre subito utilizzando congiuntamente i diversi Vangeli e mettendone in rilievo i tratti comuni. Le genealogie di Matteo e Luca, pur molto diverse, vogliono entrambe sottolineare che Gesù viene “da molto lontano”.
Il primo capitolo del volume, infatti, si intitola «Di dove sei tu?» (Gv 19,9) e ricorda come i Vangeli segnalino sia i dati certi delle origini di Gesù, sia la consapevolezza dei suoi ascoltatori di essere alla presenza di un “mistero” ben più grande di una qualsivoglia esistenza nata nel tempo.
I Vangeli dell’Infanzia (Mt 1-2 e Lc 1-2) insegnano che di Gesù, infatti, si sanno tante cose. Si sa, ad esempio, che ha vissuto da bambino a Nazaret:
«Si sa, appunto, benissimo chi è Gesù e di dove viene: è uno tra gli altri. È uno come noi. La sua pretesa non può essere presunzione. Si aggiunge poi il fatto che Nazaret non era luogo per il quale esisteva una tale promessa»[3].

lunedì 16 marzo 2015

Il messaggio della misericordia. Lectio magistralis del cardinale Kasper

http://www.retesicomoro.it/Objects/Pagina.asp?ID=7157

In occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2014-2015, l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ha assegnato la laurea honoris causa in Scienze filosofiche al cardinale Walther Kasper, il quale, dopo la laudatio del prof. Massimo Cacciari che lo considera "tra i teologi più significativi e influenti degli ultimi cinquant'anni, [...] quello che più profondamente si è soffermato sulla difficile relazione tra Rivelazione e filosofia", ha pronunciato la seguente lectio magistralis (ringraziamo per l'invio del materiale il dott. Luigi Menegatti, presidente di ITAS Assicurazioni):
 
Innanzitutto vorrei ringraziare di cuore l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano per l’onorificenza della laurea honoris causa. Ringrazio i membri della Facoltà di Filosofia, ringrazio il Prof. Cacciari per la laudatio e il Dott. Vito Limone per la collaborazione. Infine, ringrazio tutti voi, che siete venuti per la celebrazione di questo evento.
 
1. La misericordia: ripresa di un tema trascurato

domenica 15 marzo 2015

Cosa intende la Chiesa quando parla di “inclinazione disordinata”

Philippe ArinoVi è una diffusa incomprensione su ciò che la Chiesa Cattolica insegna in materia di attrazione per lo stesso sesso. Purtroppo questo equivoco causa spesso isolamento per gli uomini e le donne cattolici che lottano con la propria identità sessuale e si sentono allontanati in un difficile momento della loro vita, quando invece necessitano dell’amore del popolo di Dio.
Una precisazione della posizione della Chiesa in tema di omosessualità è stata offerta da Arland K. Nichols, fondatore e presidente del “John Paul II Foundation for Life and Family”. Nichols ha giustamente preso spunto dal Catechismo e dal documento sulla «cura pastorale delle persone omosessuali» approvato ufficialmente da Giovanni Paolo II e realizzato dal cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.

martedì 10 marzo 2015

Nessuna similitudine tra Gesù, Mitra e altre divinità pagane

MitraGesù Cristo non sarebbe altro che una creazione fondata sulle diffuse mitologie delle divinità soggette a morte e rinascita, note in tutto il mondo pagano. Il testo che ha maggiormente diffuso queste credenze è “The Jesus Mysteries: Was the “Original Jesus” a Pagan God?” (Three Rivers Press 1999) di T. Freke e P. Gandy.
La tesi dei due autori è che «la vicenda di Gesù non è la biografia di un messia storico, ma un mito fondato sulleeterne favole pagane. Il cristianesimo non fu una rivelazione nuova e unica, ma un adattamento ebraico dell’antica religiose dei misteri pagani» (p. 2). Secondo loro al cuore dei tanti misteri pagani ci sarebbe il mito di un uomo-dio che sarebbe morto e risorto, a cui furono attribuiti diversi nomi: Osiride, Dioniso, Attis, Adone, Bacco, Mitra. E anche Apollonio. Ciò che accomunerebbe tutte queste divinità è la loro biografia: sarebbero figli di Dio e di una madre mortale vergine, nacquero il 25 dicembre in una grotta di fronte a tre pastori e uomini sapienti, come primo miracolo trasformarono l’acqua in vino, fecero il loro ingresso in città a dorso d’asino, furono crocifissi per Pasqua allo scopo di emendare i peccati del mondo, il terzo giorno resuscitarono. Avete già sentito questa storia, vero?

giovedì 26 febbraio 2015

Gender, i cinque punti per fare chiarezza

Noi Genitori & Figli, 25.02.2015, http://www.avvenire.it/famiglia/Pagine/gender-CINQUE-PUNTI-PER-FARE-CHIAREZZA.aspx


Cosa dice la scienza? Cosa dice l’antropologia cristiana?  Cosa dicono le associazioni Lgbtq? Il nostro contributo alla verità su una questione che rischia di deflagrare in una battaglia ideologica e rendere la convivenza sociale peggiore per tutti. A cominciare dall’impegno educativo delle famiglie

1) GENDER, COS’È?
Un insieme di teorie fatte proprie dall’attivismo gay e femminista radicale per cui il sesso sarebbe solo una costruzione sociale. Vivere “da maschio” o “da femmina” non corrisponderebbe più a un dato biologico ma ad usa costrizione culturale. L’identità sessuata, cioè essere uomini e donne, viene sostituita dall’identità di genere (“sentirsi”  tali, a prescindere dal dato biologico). E si può variare a piacimento, anche mantenendo immutato il dato biologico

2)  GENERI SECONDO IL GENDER? 7, O FORSE 56…

mercoledì 25 febbraio 2015

Il celibato dei sacerdoti non è innaturale, è soprannaturale

Celibato pretiNel maggio dello scorso anno abbiamo mostrato che in dieci anni i sacerdoti cattolici macchiatisi di pedofilia sono stati 3.456, ovvero lo 0,8% del totale dei preti cattolici in attività negli ultimi 10 anni. Come è evidente non si tratta affatto di percentuali elevate, anzi, decisamente modeste rispetto a quelle che colpiscono genitori, matrigne e patrigni, compagni, insegnanti, allenatori e parenti in generale.
I grandi numeri della pedofilia riguardano infatti persone sposate, dunque non celibi, e questo smonta l’accusa al celibato dei sacerdoti come spiegazione degli atti di violenza sessuale. Il celibato non è affatto innaturale, come qualcuno dice. E’ semmai soprannaturale, è un dono di Dio a chi si sente chiamato al sacerdozio. Soltanto coloro che hanno ricevuto il carisma del celibato possono essere chiamati al sacerdozio.

martedì 17 febbraio 2015

Digiuno, carità e preghiera Ecco perché

di Stefano Bimbi
Preghiera, digiuno e carità: le tre opere della Quaresima
Se a un fedele che va alla Messa o a un ragazzo che frequenta il catechismo chiediamo di dire, magari nell'ordine, i Dieci Comandamenti probabilmente avrà qualche difficoltà. Eppure in confessione dobbiamo accusarci dei peccati mortali e allora ci si chiede come possa farlo chi non sa nemmeno elencare i Comandamenti. Se poi chiediamo a chi va a confessarsi se conosce i precetti generali della Chiesa, forse avremo delle brutte sorprese. Può darsi che nemmeno sappia che sono cinque. Eppure anche questi sono obbligatori per tutti sotto pena di peccato mortale e quindi, al pari dei Comandamenti, da confessare in caso di mancato adempimento.
Eccoli dunque così come sono formulati nel Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica:partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate [per l'assoluzione del precetto vale anche la Messa del sabato pomeriggio, anche se è meglio partecipare la domenica, giorno del Signore, n.d.A.] e rimanere liberi da lavori e da attività che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni; confessare i propri peccati almeno una volta all'anno; ricevere la Comunione almeno a Pasqua; astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa; sovvenire alle necessità materiali della Chiesa, secondo le proprie possibilità.

giovedì 12 febbraio 2015

«Ecco perché i cattolici non usano i metodi naturali»

Il clima culturale, la diffidenza del mondo medico, l’ostilità dei media. Fisichella: «C’è un boicottaggio laicista». Dopo le parole del Papa su «conigli» e «paternità responsabile», un’inchiesta sui modi per conoscere la fertilità

MAURO PIANTA, http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/pianificazione-familiare-family-planning-pianificacion-familiar-39085/

I cattolici e la paternità responsabileLa Chiesa, pur senza averli “inventati”, li raccomanda. Le multinazionali della contraccezione li guardano con il fumo negli occhi, perché contrari ai loro interessi economici. La medicina ufficiale, in genere, li snobba. Sono i metodi naturali: un modo per conoscere la fertilità basato sull’osservazione e la valutazione di segnali fisiologici presenti nella donna e che permette di distinguere i periodi fertili da quelli che invece non lo sono. Come funzionano? Le coppie che in un determinato momento della loro vita non desiderano gravidanze si asterranno dai rapporti nei giorni individuati grazie a questi metodi: quello dell’ovulazione (Billings) e quelli Sintotermici (Roëtzer e Camen). Al contrario, chi cerca la gravidanza, sarà aiutato dalla scoperta delle date potenzialmente feconde (qualche giorno al mese). Non si tratta, dunque, di pratiche contraccettive, ma di tecniche e stili di vita grazie ai quali è possibile scoprire quando la donna potrebbe rimanere incinta. E decidere consapevolmente. Nel 1968 Paolo VI scriveva nell’enciclica Humanae Vitae: «La Chiesa è coerente con se stessa sia quando ritiene lecito il ricorso ai periodi infecondi, sia quando condanna come sempre illecito l’uso dei mezzi direttamente contrari alla fecondazione».

mercoledì 28 gennaio 2015

Che cosa significa la parola Islam?

Dopo l’attentato alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e i successivi fatti di cronaca si è tornato a parlare di scontro di civiltà e da più parti si è indicato l’Islam come problema o nemico dell’occidente.
Ma quando si parla dell’Islam di cosa si sta parlando? E’ un blocco monolitico e compatto? Che cosa è l'Islam e in che modo si compone? Se ci ponessero la stessa domanda rispetto alla realtà europea risponderemmo che è un mondo complesso e pieno di differenze. Probabilmente daremmo la stessa risposta se ci chiedessero di definire il cristianesimo, che non è una realtà unica ma che è divisa in almeno 3 macro gruppi (cattolico, protestante, ortodosso) che a loro volta hanno tantissime differenze interne (rito latino e riti orientali, centinaia di chiese riformate e protestanti diverse, chiese acefale etc...) che li rendono scarsamente accomunabili. 
Per provare a fare chiarezza abbiamo pensato a una breve sintesi con un prospetto delle varie articolazioni che danno estrema vivacità allo scenario dell'Islam attuale.