sabato 30 maggio 2015

La tradizione delle opere di misericordia

Luciano Manicardi
operedimisericordia

"Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6,36). Prima di essere un comando, queste parole di Gesù sono la rivelazione di una possibilità: esse attestano la possibilità per l'uomo di partecipare alla misericordia di Dio, ovvero di dare vita, di mostrare tenerezza e amore, di fare grazia, di con-soffrire con chi soffre, di sentire l'unicità dell'altro e di essergli vicino, di perdonare, di sopportare l'altro e di pazientare con le sue lentezze e le sue inadeguatezze. Se "misericordioso e compassionevole" è il nome di Dio (cf. Es 34,6; Sal 86,15; 103,8; I 11,4; eccetera), Gesù di Nazaret ha dato un volto d'uomo a tale misericordia e compassione e l'ha narrata nella sua vita (cf. Mc 1,41; 6,34; Lc 7,13; eccetera) e, dietro a lui, per la fede in lui e l'amore per lui, anche il discepolo del Signore può vivere la misericordia.

mercoledì 27 maggio 2015

No, non fu Paolo il vero fondatore del cristianesimo

Pietro e paoloA volte ritornano, direbbe Stephen King. Parliamo della schiera degli orgogliosi laici di Repubblica ossessionati dal cristianesimo. Pensiamo, ad esempio, alla coppia Augias-Flores D’arcais, autori di molteplici libri scandalistici intenti a convincere della falsità delle origini del cristianesimo, resuscitando le tesi degli oppositori pagani dei primi secoli.
In questi giorni è riemerso anche Eugenio Scalfari, un altro fanatico del laicismo che ha trascorso la sua vita a parlare di religione. In un articolo per l’Espresso ha elogiato l’ultimo libro dello scrittore e regista Emmanuel Carrère,Il Regno (Adelphi 2015), una rivisitazione romanzata delle origini del cristianesimo. Un altro non studioso, dunque, oltretutto distrutto dalla critica: Gesù viene paragonato a Che Guevara e sono talmente tante le sciocchezze scritte che perfino chi ha recensito il libro ha ammesso di aver «fatto un po’ fatica, a finirlo» (senza contare, tra un commento e l’altro sull’evangelista Giovanni, la descrizione dettagliata del suo video pornografico preferito). Luigi Walt, ricercatore a Ratisbona, ha sottolineato la «distanza di Carrère da un approccio realmente critico, e dunque storico, al problema delle origini cristiane». «Una specie di sufflé moscio e insipido» è stato definito da un altro recensore.

sabato 23 maggio 2015

Indulgenze (secondo papa Francesco)

Le indulgenze di Francesco sono diverse

CARLO MOLARI, in “Rocca” n. 10 del 15 maggio 2015
Il Giubileo come si è sviluppato nella tradizione cristiana occidentale dal 1300 (Bonifacio VIII) in avanti è stato sempre connesso con la struttura penitenziale e con la pratica delle indulgenze.
Il termine indulgenza ha un significato affine a quello di misericordia, ma nell'uso ecclesiale ha acquistato un particolare significato giuridico connesso alla remissione delle pene relative al male morale e alla necessaria soddisfazione da offrire a Dio in riparazione dei peccati umani.
Questa terminologia giuridica oggi appare inadeguata e improponibile. Per questo Papa Francesco nella Bolla di indizione del prossimo Giubileo straordinario (titolo: Misericordiae Vultus) introduce il tema della indulgenza con omissioni molto significative e con una sensibilità nuova. In particolare non si richiama più alla Chiesa quale «ministra di redenzione che dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi» come invece faceva ancora il Catechismo della Chiesa cattolica (1992) quando nel capitolo sul Sacramento della penitenza e della riconciliazione per esporre la dottrina sulle indulgenze riassume la Costituzione apostolica di Paolo VI, Indulgentiarum doctrina, Normae(1 gennaio 1967, AAS 59 (1967) 21) (CCC 1471-1479).

venerdì 15 maggio 2015

Lo Spirito: la potenza dell'amore e della misericordia

Storia dell’amore di Dio
o il «mistero della Trinità»
Carmine Di Sante

Lo «spirito» come forza 
Oltre che al Padre e al Figlio, le scritture attribuiscono un’importanza del tutto particolare allo Spirito che, nel primo Testamento, si presenta come un attributo di Dio, mentre nel secondo Testamento e nella tradizione cristiana come una realtà distinta dal Padre e dal Figlio ma uguale al Padre e al Figlio e proveniente dall’Uno e dall’Altro.
Il termine ebraico per «spirito» è ruah, che letteralmente vuol dire «vento» o «aria», e che in greco viene tradotto con pneuma e in latino spiritus, da cui spirito in italiano: 
«Lo spirito è il soffio, e in primo luogo quello del vento. C’è nel vento un mistero: ora, con la sua violenza irresistibile, abbatte le case, i cedri e le navi in alto mare (Ez 13, 13; 27, 26); ora s’insinua in un bisbiglio (1 Re 19, 12); ora dissecca con il suo soffio torrido la terra sterile (Es 14, 21; cf Is 30, 27-33); ora fa scorrere su di essa l’acqua feconda che fa germogliare la vita» (J. Guillet, voce Esprit, in Vocabulaire de Théologie biblique, sous la direction di X. Léon-Dufour, Paris 1962, p. 311). 

giovedì 14 maggio 2015

Per una cultura della misericordia (W. Kasper)

Walter Kasper 
Da: Misericordia. Concetto fondamentale del Vangelo - Chiave della vita cristiana, Queriniana 2013, pp. 268-303
Grandezza e limiti del moderno stato sociale
Gesù Cristo ha mandato i suoi discepoli e la chiesa nel mondo. La chiesa non può perciò limitarsi, con il suo messaggio della misericordia, al campo personale individuale e alla sfera intraecclesiale; non può, per così dire, ritirarsi in sacrestia, ma deve essere lievito, sale e luce del mondo (cf. Mt 5,13s.; 13,33) e impegnarsi per la vita del mondo. Essa non possiede però alcuna competenza specifica per le questioni tecniche di politica economica e sociale. Le questioni dell'ordinamento economico e sociale posseggono infatti una legittima e oggettivamente fondata autonomia; competenti in esse non sono i teologi, ma in primo luogo dei laici specificamente preparati [1].
Sarebbe naturalmente sbagliato pensare che, nel caso dell'ordinamento economico e sociale, si tratti solo di questioni oggettive tecniche; si tratta di persone, dell'organizzazione e della cultura di una vita umana, di una convivenza umana e, in molti casi, di sopravvivenza umana. Il pane per vivere è vitalmente necessario, ma l'uomo non vive di solo pane. L'uomo è qualcosa di più di quello che mangia. Egli ha bisogno di calore umano e dipende dal fatto che gli altri si comportino almeno con un po' di misericordia con lui. L'attuale predominante economicizzazione del sociale significa perciò un'amputazione e una riduzione dell'uomo. Quando ciò avviene, una società perde la sua anima e si riduce a un sistema senz'anima.